Blue Economy

Nuove Rotte: Blue Economy

Cos’è Il Piano di Sviluppo di Filiera
Il Cosvap svolge in via prioritaria la funzione di coordinamento e gestione  del Piano di Sviluppo di Filiera della Regione Siciliana nel settore della pesca. Con l’ausilio del Centro di Competenza Distrettuale svolge attività e progetti di valorizzazione a favore delle piccole e medie imprese e degli operatori del settore pesca, di cui di maggiore interesse è il Progetto denominato “Nuove rotte: Blue Economy”.
Si tratta di un piano dettagliato di interventi concordato tra le imprese, i Centri di ricerca e gli Enti pubblici, in un’ottica di sviluppo complessivo della filiera, attuata attraverso il supporto della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, che si caratterizza per una forte connotazione di eco innovazione e di sviluppo della competitività del distretto in armonia con la natura che, secondo la filosofia della Blue Economy, si presenta come un’occasione per uno sviluppo basato sulla cooperazione internazionale in una visione di sostenibilità.
La filosofia e la logica della “Blue Economy”, cui il Piano risulta ispirato, portano avanti l’idea della responsabilità, della capacità imprenditoriale di sviluppare innovazioni sostenibili nei processi produttivi, nei prodotti e nel mercato in accordo con la natura: l’economia in armonia con il pianeta blu.

Con il Piano di Sviluppo proposto è stato dato avvio al raggiungimento dei principali obiettivi definiti all’interno del “Patto per lo sviluppo del distretto Produttivo della Pesca Industriale del Mediterraneo”, con particolare riferimento ai seguenti obiettivi:
 definire una politica strategica che permetta di realizzare interventi destinati a specializzare e sostenere il settore della pesca
 sviluppare specifiche competenze nel settore dell’innovazione di prodotto e di processo
 elevare i livelli “culturali” del settore.

Il Contesto
Il contesto in cui si inserisce il piano di sviluppo di filiera è piuttosto complesso: le attività produttive legate al comparto della Pesca in Sicilia attraversano da diversi anni una crisi strutturale, ulteriormente aggravata da quella congiunturale a livello internazionale.
Il mercato si presenta sempre più competitivo e globalizzato e pone notevoli sfide per la lotta alla sopravvivenza aziendale, mettendo sistematicamente in secondo piano le problematiche di sviluppo tecnologico e di sostenibilità.
Questo insieme di fattori rendono il quadro congiunturale per nulla positivo, ma allo stesso tempo rappresentano una spinta verso iniziative volte a promuovere l’internazionalizzazione e lo sviluppo verso mercati esteri, la tutela e la valorizzazione della qualità del pescato, il risparmio energetico e la coesione sociale.
In Sicilia si può tranquillamente affermare che le risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali stanziate nelle precedenti programmazioni e destinate alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica sono state utilizzate per esclusivo fine di ricerca scientifica, molto spesso sostitutive dei finanziamenti istituzionali, per linee di ricerca che hanno avuto una scarsissima ricaduta sul sistema produttivo e sulle imprese.
In un momento come quello attuale, in cui la pesca mediterranea e, in particolare, quella siciliana sta vivendo un periodo di grandi difficoltà, è necessario un forte cambiamento di rotta, assicurando un forte sostegno alle imprese con l’utilizzo dei fondi destinati ai distretti produttivi per la creazione di un supporto stabile per l’innovazione tecnologica e lo sviluppo.
Questo può avvenire a condizione di adottare un modello di sviluppo economico basato sull’utilizzo razionale e sostenibile delle risorse biologiche ed ambientali, nel nostro caso le risorse ittiche e l’ambiente sia marino che terrestre, salvaguardandole per un utilizzo destinato alle future generazioni.

E’ questa la logica del Distretto, che guarda alla “blue economy” come un’occasione per uno sviluppo basato sulla cooperazione internazionale in una visione di sostenibilità.